Tre Pani. Di nuovo. Per chi non c’è più, ma resta con noi. 🥖🥖🥖
Abbiamo appena ricevuto la riconferma dei Tre Pani nella guida Pane e Panettieri d’Italia 2026 del gambero_rosso .
Un riconoscimento che ci emoziona e ci responsabilizza, perché dentro ogni pagnotta, ogni lievitazione, ogni gesto quotidiano, c’è la nostra storia.
E soprattutto, ci sono le persone che l’hanno resa possibile.
Quest’anno più che mai, questo premio è dedicato a zia Maria che da poco ci ha lasciati. Con lei se ne va un altro pezzo profondo del nostro forno, della nostra famiglia.
Ma sappiamo che ora ha raggiunto zia Tanella, che ci aveva salutati l’anno scorso.
Due donne silenziose, forti, essenziali.
Due mani che hanno insegnato a tutti noi che fare il pane è molto più che un mestiere: è cura, è tempo, è amore.
Questo riconoscimento che custodiamo con gratitudine profonda, arriva in un momento per noi particolarmente intenso.
È infatti coinciso con la settima edizione di granifuturi , conclusasi lunedì nella nostra San Marco in Lamis: giorni pieni di confronto, di mani che impastano insieme, di idee che si trasformano in visioni concrete.
Proprio in questo contesto è nato il primo progetto della Via del Pane, un cammino che parte dalla Puglia e guarda lontano, verso una rete viva fatta di forni, comunità, territori.
Un segno che il pane può continuare a essere visione, relazione, futuro.
Grazie a chi ci sostiene ogni giorno.
A chi crede che un forno possa essere anche una casa, una voce, una comunità.
A chi, come noi, non smette di impastare memoria e speranza.
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