Terzo e ultimo tassello della saga tutta al femminile ambientata a Napoli, "La casa dei ritorni" di Valeria Galante, ora in libreria, ci porta nella seconda metà del Secolo breve, dagli entusiasmi del dopoguerra alla paura negli anni di piombo, dritto alle luci e alle tante ombre degli Ottanta, divisi tra il disimpegno e i semi ambigui che fioriranno nel nostro presente.
La vecchia casa dei Morelli, teatro di tante donne alla ricerca del proprio posto nel mondo, è stata demolita. Al suo posto è sorto un condominio di tre piani, con la famiglia Morelli a occuparne il terzo, e gli altri dati in affitto o in vendita. Come è sempre successo, però, tra le mura di casa continua ad andare in scena la Storia: Nina, pronipote di quell’Elvira che un secolo prima ha dato inizio al racconto, è un’adolescente con una gran voglia di vivere in una città e in un Paese che sta rinascendo dopo la guerra; nonostante l’entusiasmo, la rabbia e la spensieratezza, dovrà fare i conti con il più doloroso dei rimpianti; Angie, la cugina nata in America, non è bella e ha la pelle ambrata; rifiutata in famiglia e a scuola, trova lentamente una propria identità fuori di casa, ma a che prezzo; e infine Federica, che scivola lungo gli anni Ottanta con leggerezza e disinvoltura, finendo avviluppata nelle loro spire più scure, ma anche trovando la forza per liberarsene. Sarà lei a indagare sul passato della famiglia, e a salire a ritroso, generazione dopo generazione, tirando le somme della lunga vicenda dei Morelli.