Da oggi arriva in libreria «Zia Henriette» di Ferdinand Grimm!
Traduzione e cura di Marco Federici Solari.
«Talvolta, la sera, si lamentava di non aver passatempi e, sentendo levarsi un po’ di chiasso per strada, esclamava: “Ah, mio Dio, magari fosse scoppiato un bell’incendio!”.»
Animata da un irrefrenabile zelo domestico, zia Henriette parrebbe un perfetto angelo del focolare, se non fosse che ama troppo le feste e i pettegolezzi. Si è sposata tardi perché avere spasimanti è un gran divertimento e trovare qualcuno che le andasse a genio era difficile. Dopo esser stata corteggiata da una famiglia intera, ora condivide la cura della casa con il fratello del marito, un burbero studioso «nemico giurato della musica, degli scherzi e della convivialità». Questo, però, non le impedisce di organizzare sfrenati balli in maschera…
Nel 1835 i fratelli Grimm tremarono di fronte alla pubblicazione di «Zia Henriette», romanzetto satirico a puntate, narrato da un sedicente nipote, che metteva alla berlina il rispettabile stile di vita di una borghesia assai compiaciuta di sé. Sotto i nomi di Johannes e Wilibald era facile per i contemporanei riconoscere i celebri Jacob e Wilhelm Grimm, che godevano di un immenso successo grazie alle loro «Fiabe del focolare», mentre in Henriette era ritratta, con ogni evidenza e con una punta di veleno, Dorothea Wild, la moglie di Wilhelm.
Grande fu lo scandalo, anche perché l’autore di quello sfacciato libello era Ferdinand Grimm, fratello minore e famigerata «pecora nera» della famiglia, che qui si dimostrava un perfido e talentuoso caricaturista.