«Il mio nome lo aveva scelto mio padre, ed era il primo legame tra noi. Mentre il cordone ombelicale mi sembrava una cosa più fisica, più sporca e nodosa, e quindi lo aborrivo come la compagnia di mia madre, quelle tre sillabe mi sapevano di pulito. Da ciò che mi era stato raccontato, l’ostinazione capricciosa di mio padre aveva avuto la meglio sul nome della mia nonna materna. Per lui ero Cecilia, sempre piena, completa, perché era fiero di me. Invece mia madre lo scorciava alle prime sillabe, perché assomigliassi a mio fratello. Quattro lettere per entrambi, perfetta uguaglianza.»
“La Cecilia”, il romanzo d’esordio di Michela Panichi mikipaniki, dal 16 maggio in libreria 🩵