David Bowie è stato molte cose insieme: icona pop, artista sperimentale, attore, pittore. Capace di reinventarsi in infinite identità - da Major Tom a Ziggy Stardust, dal Duca Bianco a Button Eyes -, radicato nella cultura inglese ma sempre altrove, ha sempre trovato nuove forme e nuove ossessioni.
La sua opera è una sfida permanente: un’indagine sulle paure e i desideri della società, dalla migrazione alla follia, dal gender trouble agli eccessi, fino al potere e al mostruoso. Bowie ha portato al centro ciò che era marginale, rendendolo pop e seducente, ma ha anche sfiorato zone d’ombra del Novecento che hanno inciso sulla sua vita e sulla sua immagine.
Da qui le domande cruciali: fino a dove può spingersi l’autocostruzione di un artista come prodotto? Quanto Bowie conosceva davvero di sé e del proprio potere sul pubblico? E cosa significa essere suoi “contemporanei postumi”, spettatori della sua continua metamorfosi?
A dieci anni dalla morte, Massimo Palma malpassimo, filosofo e critico musicale, restituisce un Bowie complesso, inquieto, lontano dalle celebrazioni pacificate: un ritratto nuovo, che scava nell’artista e nell’uomo come nessuno aveva fatto prima.
“Desiderare Bowie” è in libreria ⚡