La velocità a volte mi frega.
Sicuramente penso troppo, ma questo a volte mi aiuta. Soprattutto a livello organizzativo.
Calcolare l’incalcolabile, prevedere l’imprevedibile.
Poi mi accorgo che qui, seduto su un prato polifita, nonostante la massa corporea non proprio “umile”, divento impercettibile.
E quindi divento io l’incalcolabile, e l’ imprevedibile.
È molto bello essere qui ora. Adesso.
A godermi piano piano il rientro delle api, che stasera porteremo a produrre l’asfodelo, se Dio ci accompagna, e a sentire come la primavera sia fresca la sera.
Che bella la primavera.
Questa la mia quarantesima.
A contarle non sembrano poi cosi tante.
Eppure è mezza vita che son qui.
Buon viaggio ragazze ronzanti ❤️