«Ecco perché siamo qui, perché siamo entrati. C’era la luce e volevamo parlare».
I personaggi de Il museo delle contraddizioni di Antoine Wauters sono sprofondati in un’oscurità fitta che ha sottratto loro le energie e la speranza, ma finalmente tra queste pagine possono esprimersi, raccontarsi, parlare di sé e del proprio mondo, rivendicando il desiderio di reagire e di provare di nuovo qualcosa.
E sono proprio i discorsi di questi personaggi a essere al centro della prosa di Antoine Wauters, che nei suoi dodici capitoli unisce temi politici attuali ai simboli e alle immagini evocative della poesia. Le voci che riempiono le pagine si rivolgono sempre a un interlocutore - che sia un giudice, un amore, un vicino, Dio o forse lo stesso lettore: «Ci rechiamo nel nostro museo personale, signor giudice, il museo della contraddizione. Un museo dove da un lato c’è il desiderio di farsi del male, dall’altro quello di farsi del bene. Perché li vogliamo entrambi, vogliamo vivere e vogliamo morire, credere e rinnegare, amarci e ucciderci fra di noi».
Sono giovani senza più sogni né vigore, oppure anziani in fuga da una RSA lungo il corso della memoria. E ancora madri che non vorrebbero esserlo, agricoltori, ex pianisti, scultori, poeti… un girotondo di personaggi irrisolti e in cerca di soluzione.
Il museo delle contraddizioni di Antoine Wauters, nella traduzione di Stefania Ricciardi, è in libreria e in eBook.
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