LA VITTORIA DELLA REALPOLITIK
🖋️ di Ivan Branco
Dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale e con la spartizione del mondo in due macro-blocchi, de iure ideologicamente contrapposti, due furono le conseguenze che scaturirono: la polarizzazione del conflitto e la monopolizzazione della politica da parte di sempre meno ideologie sempre più in competizione fra di loro. Caratteri che seguirono le tendenze della fine dell’influenza e dell’importanza delle alternative filosofico-politiche al liberalismo e al socialismo (come il pensiero tradizionale o fortemente conservatore di matrice monarchica o religiosa, oppure il pensiero dei fascismi e delle “terze vie”, o anche quello delle utopie radicali anarchiche e libertarie), e, dunque, anche con la fine dei pensieri e dottrine legate al movimento Romanticista. E, oltre a ciò, quei caratteri seguirono anche la tendenza del rafforzarsi dei due figli più maturi dell’Illuminismo: il liberalismo capitalista e il comunismo.
Rafforzamento non solo e non più di due ideali politici e filosofici, ma soprattutto di due visioni che condividono la medesima origine razionalista, universalista e, in un certo senso, utilitaria. Così, con la fine della seconda guerra mondiale, l’ultimo conflitto in cui persisteva ancora una sorta di “multipolarità delle idee” e ancora influenzato dal senso della “volontà di destino”, e con l’inizio dello scontro fra due forze che volevano predominare sul mondo, la storia e il tempo, venne segnato il punto in cui la politica avrebbe perso la propria origine mitico-ideale.
[continua su Dissipatio…]
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