Continuare a leggere David Foster Wallace e sentirne la mancanza, fortissima.
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Avete già dato un'occhiata al nostro «Amore di seconda mano» di Yamada Murasaki?
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«Il "vizio assurdo". Storia di Cesare Pavese» di Davide Lajolo è un libro che racconta da molto vicino la vita di Cesare Pavese. Forte della loro amicizia, Lajolo ne ricostruisce l'infanzia, gli studi, il lavoro e le opere. Solo un caro amico poteva regalarci un ritratto così completo e appassionato di uno scrittore che non smettiamo di amare.
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In libreria c'è un nuovo Arpino! «Il primo quarto di luna» con la prefazione di Gianni Montieri. Pubblicato per la prima volta nel 1976 racconta la storia di Saverio che una mattina d'inverno guardandosi allo specchio scorge sul proprio volto «un'ombra di losca malinconia» e si convince a non alzarsi mai più dal letto. In una Torino oscura e fantasmatica, popolata di ladri e di spettri che si passano accanto come navi nella notte, la fuga dal mondo di Saverio apre il varco per un altrove che lui brama senza saperlo descrivere, un luogo dove la morte potrebbe non esistere e c’è «un profumo d’erba bagnata, solo d’erba bagnata. E voglia di ridere sempre».
«Morire a Long Beach» di Venita Blackburn in libreria. Quando i paramedici portano via il corpo di Jay, morto suicida nel suo appartamento, Coral si ritrova in una casa vuota, circondata dall’assenza del fratello e dagli oggetti che lui non userà mai più: i mobili, i vestiti, il televisore, il cellulare che continua a ricevere messaggi. Coral sa bene che dovrebbe avvisare le persone che gli scrivono, ignare dell’accaduto; invece, quasi senza pensarci, comincia a rispondere ai messaggi fingendosi Jay, per rimandare di un minuto, di un’ora, di un giorno il momento in cui la sua morte diventerà reale per tutti, anche per la figlia Khadija, che non sa ancora di essere orfana. Sperimentale, intima e devastante, la scrittura di Blackburn fa confliggere il passato e il futuro, l’individualità e la collettività – affidando a un noi liminale e subconscio il compito di raccontare le angosce, le ossessioni, la solitudine della nostra società – per indagare la natura insondabile del lutto e della perdita, e la misteriosa, struggente permanenza dei legami anche quando interviene una catastrofe a fermare il tempo per sempre.
Carola Susani torna in libreria con il romanzo «Il dio delle genti». Estate 1985, Carrone, Sud Italia: il diciottenne Giuliano si imbatte in un giovane avvolto da fiamme che miracolosamente non lo bruciano. È Italo Orlando: ha la pelle giallognola, nessuno sa da dove viene, sembra un extraterrestre caduto sulla terra per portare scompiglio. Marzo 2002: una scossa di terremoto fa crollare il tetto di una palestra. Muoiono otto bambini, tra cui Eugenio, il figlio di Giuliano. Tra le macerie a qualcuno sembra di scorgere Italo, che da quel giorno, e per molto tempo, nessuno vedrà più. Che cosa è successo tra questi due momenti ce lo racconta Piera – l’altra figlia di Giuliano – che tenta di ricostruire, tra ricordi suoi e narrazioni riportate da altri, una realtà incrinata da una moltitudine di domande. Dopo «La prima vita di Italo Orlando» e «Terrapiena», arriva l'ultimo capitolo di una trilogia ideale i cui volumi sono legati dalla presenza fantasmatica di Italo Orlando, con una lingua ipnotica e visionaria e un immaginario fiabesco e mitologico, Susani ci parla dell’inesauribile sete che tutti noi esseri umani abbiamo di qualcosa di più, di qualcuno che risponda e plachi.
Dal 27 agosto al 5 settembre i libri minimum saranno a Venezia presso il 𝐁𝐥𝐮𝐞𝐌𝐨𝐨𝐧 per Venezia Cult, un nuovo spazio dedicato a cinema, editoria e cultura pop. Venezia Cult si inserisce nell’ambito dell’82ª edizione della 𝐌𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝’𝐀𝐫𝐭𝐞 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚𝐭𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐜𝐚 all'interno della quale ci sarà anche la proiezione di «Goffredo felicissimo?» lunedì 1 settembre alle ore 16:30. Regia di Franco Maresco. Produzione di minimum fax e Lucky Red.
«La futura classe dirigente», romanzo d'esordio di Peppe Fiore, torna in libreria in una nuova edizione. «Bevo, penso spesso a quando da piccolo l’estate mi faceva riconoscere già dentro di me una inspiegabile ansia di congiungimenti che non riuscivo a capire. Il caldo, il sudore, mamma e papà: ogni cosa diventava sensibile e sessuata, come tante ferite dolci. Io pure – sempre da piccolo – in estate mi sentivo un minuscolo trauma ambulante in mezzo a tutta un’umanità di traumatizzati, e a modo mio ero felice così. Quest’anno, no. Nemmeno il caldo riesce a scollare le cose dalla loro permanenza: il lavoro, i cani che abbaiano dai giardinetti padronali, il telegiornale alle venti, l’Estate Romana, le bruschette mozzarella e alici, le code sulla Pontina nel fine settimana per guadagnare la malinconia dorata di Sperlonga. Scolo il bicchiere, mi faccio da mangiare. È il 10 luglio del 2007, tra un mese e qualcosa è il mio compleanno. Per abituarmi alla schifosissima idea, ogni volta che qualcuno me lo chiede sto dicendo che ho già ventisei anni compiuti. La qual cosa mi procura regolarmente un morso in pancia. E allora penso: sarà gastrite, devo andare da un medico». Comico, caustico, eccessivo, irresistibile, La futura classe dirigente è l’attraversamento della linea d’ombra nell’era della demenzialità istituzionalizzata e della volgarità al potere. Ma anche l’analisi amara e impietosa di un paese attraverso la messa alla berlina della sua «santa trinità»: la famiglia, il sesso, la televisione.
«Legs» di William Kennedy, primo capitolo dell’osannata trilogia di Albany, arriva in libreria. Introduzione di Emiliano Morreale, traduzione di Attilio Veraldi. Jack «Legs» Diamond è un marito amorevole, un seduttore, un grande ballerino, un bravo cattolico, l’amante più appassionato che si possa desiderare. Jack «Legs» Diamond è sfuggito a un rapimento tagliandosi un pezzo di braccio, è stato colpito da dodici proiettili in quattro diverse imboscate, una volta ha deviato le pallottole schermandosi con un cuscino, può parlare con gli uccelli e con i cani. Legs è un torturatore, è un gangster spietato, è solo un onesto contrabbandiere che dà da bere alle gole riarse dal Proibizionismo, è un eroe del popolo. Legs Diamond è un santo, Legs Diamond è solo un mito. Intriso di una malinconia struggente, riuscendo nel miracolo di restare fedele sia ai fatti sia a quel mito, Legs è il ritratto impossibile di un uomo la cui biografia è stata fin dall’inizio indistinguibile dalla leggenda, il cui volto era sulle prime pagine di tutti i giornali e le cui gesta erano offuscate dal fumo che avvolge i bar clandestini e il mondo sotterraneo della malavita: gli omicidi, la scalata al potere, le due gloriose prime attrici della sua vita, Alice e Kiki, la moglie inseparabile e l’amante sfavillante.
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