«Predatori» di Richard Lange, traduzione di Raffaella Vitangeli, da oggi in libreria.
È l’estate del 1976, e gli Stati Uniti si preparano a festeggiare il duecentesimo Giorno dell’Indipendenza. I due fratelli vampiri Jesse e Edgar passano invece le giornate a dormire in lugubri stanze di motel e le notti in viaggio. Una volta al mese scelgono una vittima tra le persone ai margini della società, la uccidono e si cibano del suo sangue. Neanche Charles Sanders sta pensando al Quattro Luglio. Dopo il ritrovamento del corpo dissanguato del figlio Benny si mette in viaggio nella speranza di trovare il responsabile e vendicarsi.
Richard Lange utilizza l’orrore per raccontare una storia di solitudine, di perdita e soprattutto d’amore, in cui schierarsi e dare giudizi risulta arduo e inefficace: non c’è, infatti, un confine netto tra i predatori e le prede in un mondo in cui l’ansia di sopravvivere, amorale e desolante, risulta l’unica realtà concreta.
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