Parole come “sogno”, “incubo”, “uomo”, “natura”, “romanzo” assumono un significato preciso quando vengono accostate all’aggettivo “americano”, identificando immediatamente un modo specifico in cui l’essere si dà forma ed espressione. Questo modo coinvolge anche l’Europa, per la quale l’America ha rappresentato la possibilità di un nuovo inizio: invenzione, immaginazione e seconda nascita. L’originalità dell’azione americana risiede nell’essere generata da un incontro tra eterogenei, dal movimento di “moltitudini” e di “comunità di incontro”. Al centro di questa ontologia vi è l’azione, intesa come gesto creativo e fondativo, frutto dell’incontro tra differenze, tra moltitudini e comunità. Da questa prospettiva, il libro attraversa il pensiero filosofico, letterario e visivo americano, da Peirce a Cavell, da Melville a Agee, da Hopper a Jarmusch, mettendo a confronto, in particolare, il paradigma dell’azione americana con quello del gesto italiano.
Roberto De Gaetano, "La scena americana. Filosofia, letteratura, cinema".