Tra il 1969 e il 1973 Carmelo Bene ha presentato i suoi film a Cannes, prima alla “Quinzaine des Réalisateurs” e successivamente in “Selezione ufficiale” del Festival con "Un Amleto di meno". Questa presenza regolare nella città francese ha contribuito notevolmente alla successiva diffusione nel paese. Il volume riunisce per la prima volta interviste a personalità che hanno giocato un ruolo di primo piano nella promozione della sua opera oltralpe: Pierre-Henri Deleau, Jean-Paul Manganaro, Jean Narboni e Noël Simsolo. Due capitoli sono inoltre dedicati a opere meno conosciute della produzione di Bene: il cortometraggio "Ventriloquio", oggi disperso, e il "Don Chisciotte", messo in scena al Théâtre Marigny di Parigi nel 1970. Con numerose fotografie inedite dell’Archivio Papi Cipriani. Carlo Alberto Petruzzi, "Carmelo Bene a Cannes (1969-1973)".
Liliana Cavani sarà ospite del cinema Massimo con Fabio Francione e Roberto Revello per dialogare sui temi del suo libro “Lettere dall’interno. Racconto per un film su Simone Weil”. Il libro comprende la sceneggiatura originale di un film su Simone Weil mai realizzato e il racconto per voce della regista del progetto attraverso un’intervista esclusiva. Segue la proiezione del film "Milarepa". 📅 Giovedì 15 maggio, 17.15, Cinema Massimo (cinemamassimo.torino), Torino 📚 Liliana Cavani, “Simone Weil. Lettere dall’interno” Liliana Cavani e Simone Weil. Un incontro impossibile, eppure continuamente immaginato, per un momento quasi sfiorato. "Lettere dall’interno" è il film su Simone Weil che la regista italiana ha a lungo sognato ma che non ha mai visto la luce. O forse il progetto era solamente destinato a rinascere in un’altra forma? La sceneggiatura proposta in questo volume ci consegna lo sguardo di Liliana Cavani sulla dimensione politica e spirituale della filosofa francese nella fase immediatamente precedente all’uscita di capolavori come "Milarepa" e "Il portiere di notte". In apertura, una conversazione inedita con la regista curata da Fabio Francione e Roberto Revello in cui si propone un inquadramento storico del progetto e una riflessione sulla ricezione di Weil in Italia. 🎬 Liliana Cavani, “Milarepa” (Italia 1974, 108’, 35mm, col.) Leo, studioso di cultura orientale, rimasto intrappolato in auto con il suo professore a seguito di un incidente stradale, racconta la storia di Milarepa, il mistico tibetano. Durante il racconto i protagonisti intraprendono un viaggio immaginario in Tibet, assumendo i ruoli di Milarepa e di Marpa. Il film alterna passato e presente, esplorando karma e rinascita. salonelibro OFF
E se il suono fosse la chiave per riscoprire il nostro legame con la natura? Troppo spesso la musica è stata ridotta a semplice sottofondo del nostro vivere, dimenticando il suo potere di evocare emozioni, raccontare storie e trasformare la nostra percezione del mondo. Questo saggio indaga l’intima connessione tra paesaggio sonoro e coscienza ecologica, rivelando come la musica possa diventare uno strumento essenziale per risvegliare e accrescere la sensibilità ambientale. Attraverso il concetto di “memoryscape”, la memoria dei suoni, ci invita a riscoprire un patrimonio acustico perduto e a ristabilire un equilibrio con l’ambiente che ci circonda. La musica, in tutte le sue forme, non è solo un’arte, ma un ponte verso un futuro più consapevole e sostenibile. Dario Giardi, "E se fosse la musica a salvarci? La memoria dei suoni e la sfida climatica".
"La filosofia del denaro" rappresenta un passe-partout essenziale per capire il presente. Si tratta di un’opera monumentale, “un’analisi filosofica del denaro” che “dopo Hegel e Marx è stata compiuta soltanto da Georg Simmel”. Simmel, rivelandosi un prismatico analista e interprete del denaro in relazione ai valori, traccia il complicato passaggio da “mezzo” a “fine”. Il denaro non solo assume un valore economico, ma diventa il codice fondamentale della Modernità. Un’opera, pubblicata nel 1900, che dimostra come il denaro abbia modificato qualitativamente le relazioni, i sentimenti e la cultura. Georg Simmel, "La filosofia del denaro".
"La filosofia dell’esistenza" è stato presentato come l’ultimo discorso del padre dell’esistenzialismo a Francoforte. Nel preparare questa conferenza, Jaspers, che i nazisti avevano già allontanato dalla sua cattedra a Heidelberg, sapeva di parlare in Germania per l’ultima volta. Colse così l’occasione per offrire un resoconto della situazione culturale e intellettuale del tempo e una sintesi della propria filosofia. In questo libro il filosofo tedesco mette a fuoco i numerosi filoni delle dottrine esistenzialiste e fornisce un rimedio alla visione dell’esistenzialismo come dottrina pessimista e irrazionalista, affrontando la peculiarità della filosofia dell’esistenza, cardine nel pensiero del Ventesimo secolo. Karl Jaspers, "La filosofia dell'esistenza".
"Le idee di Rodney sono ancor più preziose oggi, in un'era in cui il capitalismo ha violentemente affermato di essere qui per restare." (dalla prefazione di Angela Davis) Pubblicato nel 1972, negli anni della Guerra fredda e dei movimenti antimperialisti, "Come l’Europa ha sottosviluppato l’Africa" è una delle prime opere a riunire nella propria analisi la storia dell’Africa e la teoria del sottosviluppo, il marxismo e il radicalismo nero, la passione intellettuale e l’impegno politico. Basandosi su una vastissima ricerca svolta in tre continenti, Walter Rodney esamina la storia del sottosviluppo dell’Africa ripercorrendo le tappe principali del suo rapporto con l’Europa, dall’intensificarsi dei contatti commerciali nel Cinquecento, attraverso lo schiavismo, fino alla fine dell’era coloniale. Proseguendo e ampliando il lavoro dei grandi intellettuali dei Caraibi – da Frantz Fanon a C.L.R. James – quest’analisi meticolosa rimane uno studio indispensabile per comprendere le diseguaglianze della nostra epoca. Walter Rodney, "Come l'Europa ha sottosviluppato l'Africa".
Che cosa c’entra l’attualissima epistemologia sociale con la poesia greca arcaica? Che cosa ha a che fare Omero con le inquietudini (e le urgenze!) di una società, quale è quella contemporanea, caratterizzata dal sovraccarico delle informazioni e, quindi, dalla necessità di individuare le fonti affidabili? Se il fenomeno della “dipendenza epistemica” (quella relazione, cioè, che lega un soggetto epistemicamente subordinato a un soggetto epistemicamente più esperto e autorevole) è diventato oggetto di uno studio sistematico e consapevole solo nell’ultimo cinquantennio, esso, in verità, preoccupa il pensiero occidentale sin dalle sue origini. L’autrice ripercorre questa “protostoria dell’epistemologia sociale” tramite la lettura di alcuni dei passi più significativi ed emozionanti della letteratura greca arcaica – protagonista indiscusso il rapporto fragile e misterioso che lega il poeta alle sue Muse. Erminia Di Iulio, "Istruito dagli dei. 'Poeti', 'muse' e 'autorità' nella Grecia arcaica".
Parole come “sogno”, “incubo”, “uomo”, “natura”, “romanzo” assumono un significato preciso quando vengono accostate all’aggettivo “americano”, identificando immediatamente un modo specifico in cui l’essere si dà forma ed espressione. Questo modo coinvolge anche l’Europa, per la quale l’America ha rappresentato la possibilità di un nuovo inizio: invenzione, immaginazione e seconda nascita. L’originalità dell’azione americana risiede nell’essere generata da un incontro tra eterogenei, dal movimento di “moltitudini” e di “comunità di incontro”. Al centro di questa ontologia vi è l’azione, intesa come gesto creativo e fondativo, frutto dell’incontro tra differenze, tra moltitudini e comunità. Da questa prospettiva, il libro attraversa il pensiero filosofico, letterario e visivo americano, da Peirce a Cavell, da Melville a Agee, da Hopper a Jarmusch, mettendo a confronto, in particolare, il paradigma dell’azione americana con quello del gesto italiano. Roberto De Gaetano, "La scena americana. Filosofia, letteratura, cinema".
Che tipo di cittadinanza è quella europea? Quali sono le tensioni tra la libertà fondamentale di circolazione e soggiorno e l’accesso al sistema di welfare statale da parte dei cittadini europei economicamente inattivi? Che ruolo ha giocato la Corte di Giustizia dell’UE nel dare forma e sostanza alla cittadinanza europea e, in particolare, nel tutelare i diritti fondamentali dei cittadini degli Stati membri? Questo volume, attraverso l’analisi di alcuni leading cases della Corte di Lussemburgo, affronta questi e altri quesiti e si inserisce nel solco degli studi che hanno a oggetto la cittadinanza sovranazionale, nel tentativo di evidenziarne gli aspetti positivi, ma anche di far emergere gli elementi critici che ancora costituiscono un ostacolo alla sua compiuta realizzazione. Leonardo Mellace, “I diritti dei cittadini europei presi sul serio. Diritti e cittadinanza nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE”.
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