In questi giorni, il Manifesto di Ventotene è tornato a essere citato dalla politica. Rileggerlo (possibilmente bene, cioè per davvero) significa ritornare alle origini di un viaggio e di un dibattito che sono in corso. Cosa è l’Europa politica? Dove stiamo andando?
📌Il vero titolo del Manifesto di Ventotene è “Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto”. È un testo considerato, non solo in Italia, come uno dei testi base dell'europeismo democratico.
I suoi autori, e chi nel dopoguerra aderì al Movimento federalista europeo, volevano un’Europa federale, una “costituente europea”, quello che oggi chiamiamo “Stati Uniti d’Europa”.
Quel tipo di Europa non si fece e l’integrazione tra paesi si realizzò su basi economiche: la Comunità del carbone e dell’acciaio (1951), poi le Comunità economiche europee (1957) sono le antenate dell’odierna Unione europea (nata nel 1992 con il Trattato di Maastricht).
L’Unione nel frattempo si è fatta anche casa politica, con l’istituzione di una cittadinanza sovranazionale e un Parlamento che è stato eletto direttamente dai cittadini europei per 10 volte, dal 1979 a oggi. Si tratta, dunque, di una costruzione non ancora finita, e che il nuovo contesto geopolitico rende nuovamente attuale. Ecco perché, ciclicamente, si ritorna a Ventotene.
📌Nella prossima newsletter In Macina (vai su www.mulino.it/inmacina e iscriviti se non vuoi perdertela) intervisteremo sul Manifesto lo storico Piero Graglia, autore della biografia di Altiero Spinelli che abbiamo pubblicato nel 2008.
Nel mentre, qui riprendiamo i concetti fondamentali del Manifesto: a beneficio comune, lontani da ogni strumentalizzazione politica.
Seguiranno in questi giorni altri post, dedicati a ciascun autore di questo classico del pensiero politico.
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