«Di quest’Armistizio che Bonanni descrive quarant’anni dopo e che oggi ricorda di un 25 aprile ancora in discussione, della radice profonda della violenza, della resurrezione delle donne, di tutto questo “La rappresaglia” è testo sacro, un moderno e diverso vangelo: “È un fatto che la rivoluzione è femmina”, dice la Rossa. E che l’innocenza è feroce, è una tigre.»
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«Questo romanzo è un manifesto e insieme una visione, è scritto con urgenza teatrale e con la saggezza antica delle sibille. Non dimenticherà il lettore nessun dettaglio: i denti belli del seminarista, il piccolo vomito del ragazzo, il corpo della partoriente che puzza, il fazzoletto sul seno che allatta come si usa fra contadine, gli occhi da uccello della bambina appena nata, le stelle che dalle sbarre la Rossa guarda prima d’essere uccisa, di nuovo, come sempre, dagli uomini.»
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Nella rubrica "La lente azzurra" su la repubblica_napoli di ieri Antonella Cilento recensisce "La rappresaglia" di Laudomia Bonanni.🗞️
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